LA NOSTRA STORIA

La storia della ex Cascina Zanoletti di Rozzano, ora Cascina Grande, è quella delle grandi aziende agrarie ottocentesche della Bassa milaneseCostruita nel 1881 per volere di uno dei maggiori proprietari terrieridella zona, il marchese Zanoletti, la cascina sorge a ridosso del vecchio nucleo di Rozzano disposto sul Naviglio Pavese, a 12 chilometri da Milano.

È stata luogo di attività agricole in via di meccanizzazione che ne hanno probabilmente determinato l’impianto singolare, a forma di V, del tutto originale rispetto a quello quadrato o rettangolare tipico delle cascine lombarde. Le stalle e i fienili da un lato, le scuderie dall’altro incorniciano prospetticamente la casa padronale, che sorge in fondo a un lungo viale di tigli; completano la struttura il vecchio mulino e il granaio a nord, le case coloniche a sud. L’azienda è stata per decenni uno dei più floridi centri di produzione e raccolta del riso nella zona. La sua ricchezza è attestata dalla cura particolare con cui i proprietari hanno scelto materiali di costruzione insolitamente pregiati, come il granito lombardo, e dalla presenza di numerose decorazioni in cotto.

Il declino dell’opificio iniziò verso la fine degli anni Cinquanta quando Rozzano, con il progressivo aumento degli insediamenti e delle attività industriali, iniziò a perdere la fisionomia di borgo agricolo; le attività produttive diminuirono progressivamente sino a cessare del tutto all’inizio degli anni Settanta. Acquistato all’Amministrazione comunale, il complesso è stato completamente ristrutturato.

La prima fase del recupero (1979 – 1983) ha interessato le stalle e le case coloniche, la seconda (1993 – 1997) il mulino, ancora fornito dei macchinari che sono rimasti in loco, e l’edificio adibito a scuderie, selleria e fienile, in cui sono stati mantenuti i pilastri e le strutture verticali. Sono invece andati distrutti l’edificio che comprendeva la falegnameria, il laboratorio del fabbro e le abitazioni per il personale stagionale (braccianti e mondine), e quello adibito a granaio, deposito e

Nonostante il notevole degrado della Cascina, l’amministrazione comunale, allora guidata dal sindaco Giovanni Foglia, vinse lo scetticismo espresso da alcuni intraprendendo l’opera di restauro dell’ala “grande”. Il recupero della struttura portante lignea del tetto, il consolidamento del piano terreno, la ripulitura completadei mattoni e delle facciate hanno consentito di riportare l’edificio al suo aspetto originale. 

A dieci anni di distanza dal primo intervento, l’esigenza di preservare il resto del complesso dal degrado ha convinto gli amministratori ad avviare la seconda fase del restauro, realizzata con il contributo della Regione Lombardia.

I nuovi interventi hanno interessato dapprima le scuderie, delle quali è stato possibile mantenere solo i pilastri ed i muri perimetrali originali, mentre la copertura è stata rifatta utilizzando una struttura portante in acciaio appositamente realizzata, che sostiene il tetto di tegole originali recuperate. Il discreto stato di conservazione del mulino ha consentito il recupero delle strutture murarie e della copertura originali, della grande ruota idraulica, degli ingranaggi e dell’essiccatoio.

Contemporaneamente la nuova amministrazione ha dato impulso all’ultima fase degli interventi che, nell’arco di circa vent’anni, hanno restituito la nostra Cascina agli antichi fasti: il nuovo spazio espositivo è stato inaugurato nel 1997, l’anno successivo la videofonoteca comunale si è trasferita temporaneamente nel mulino, per dare modo di intervenire nuovamente sull’ala “grande”, destinata a diventare la nuova sede della Biblioteca Comunale.